Da un campo da tennis a una piscina in 47 giorni. Ma non basta versare migliaia di metri cubi di acqua sopra l’argilla rossa: i 53 operai al lavoro si sono occupati anche di montare le strutture, provvedere all’impianto di contenimento, realizzare la parte idraulica e quella elettrica. Il conto alla rovescia verso gli Europei di nuoto, al via a Roma l’11 agosto, è scandito dal lavoro febbrile nel grande cantiere del Foro Italico, quello che il direttore operativo della Len (la Federazione europea di nuoto), Marco Birri, definisce “il cuore sportivo della città”. Se lo Stadio del Nuoto accoglierà le imprese di Paltrinieri and company e i tuffi di Chiara Pellacani e Tom Daley, l’opera di magia ha trasformato temporaneamente il ‘Pietrangeli’ nella vasca per gli atleti del sincro e i campi 1 e 2 in quella per i tuffi dalle grandi altezze, disciplina al debutto nella competizione continentale. Il trucco c’è e si vede, ed è sotto gli impianti e le tribune, dove il sole e il caldo asfissiante concedono una tregua (anche agli operai). Dove tubi, condutture, 6 filtri giganti, pompe, 450 tonnellate di lastre d’acciaio e meccanismi vari incorniciano un catino da 33 per 21 per 3 metri di profondità, grazie al lavoro del team di Fluidra, azienda top nella realizzazione di impianti per i grandi eventi acquatici. E dove si superano con l’ingegno piccoli grandi ostacoli come la pendenza di circa 10 metri cubi del campo da tennis, ora nascosto, per permettere lo scarico dell’acqua di irrigazione e piovana. Ai fianchi della piscina ci sono i grandi contenitori in vetroresina che ospitano i filtri necessari a garantire la trasparenza e la salubrità dell’acqua. Qui però la tecnologia fa un salto nel passato, proprio nell’antica Roma. Niente di nuovo per gli addetti ai lavori o per chi ha la fortuna di avere una piscina, i filtri infatti sfruttano la sabbia nello stesso modo collaudato già dai romani migliaia di anni fa. A spiegarne il funzionamento è Gianluigi Sinini, direttore tecnico di Fluidra, che nelle ultime settimane ha diretto il cantiere e che, a proposito di acqua, conferma, invitando a provare una fontanella collocata a pochi metri dall’impianto: “In questa zona di Roma è veramente buona. Sgorga a 14 gradi, viene trattata con il passaggio nei filtri e reimmessa in vasca con un ricambio del 2,5% giornaliero”. Una percentuale che può variare se l’acqua dovesse scaldarsi troppo, un problema per gli atleti riscontrato ormai sempre più spesso per colpa delle temperature roventi. Per la vasca dei tuffi dalle grandi altezze la questione si è complicata nelle ultime settimane. Il progetto originario della candidatura prevedeva la cartolina di Castel Sant’Angelo come sfondo per le evoluzioni, ma il 6 giugno scorso le autorità preposte hanno dato parere negativo. Ricalcolo, direbbe il navigatore. E allora si è scelto di puntare sul caro vecchio Foro Italico, opzionando l’area dei campi 1 e 2 alle spalle della Curva Sud dello stadio Olimpico: qui in tempi record è stato messo a punto un nuovo progetto ed è ancora a pieno regime (“ma finiremo entro venerdì”, assicura Sinini) la costruzione della torre alta 27 metri da cui si tufferanno gli uomini (le donne da 22), mentre la vasca quadrata da 17 e profonda 6 metri sta per essere riempita totalmente sotto i controlli attenti dei tecnici, che ne verificano la stabilità. Salendo in cima alla Grand Stand Arena, però, il colpo d’occhio è già assicurato e dà i brividi.
“Il progetto è cambiato in un mese e mezzo”, tiene a precisare Birri, che pure non nasconde le difficoltà di un’area come quella del Foro Italico, sottoposta a vincoli. “Le due strutture temporanee si sono rese necessarie perché le gare per esigenze televisive sono state compresse (a causa della contemporaneità con gli Europei multisport di Monaco, ndr). Ma in Europa sono pochi gli impianti che possono essere considerati un’arena: ormai siamo abituati a ospitare grandi eventi in strutture dove non necessariamente ci sono le piscine”. A gare concluse e medaglie assegnate, il percorso sarà fatto a ritroso. Via l’acqua, via tutte le travi di acciaio, via le strutture e i filtri, tornerà l’argilla rossa. E torneranno gli altri eventi del Foro Italico, primo tra tutti, già da metà agosto, il campionato di calcio con le partite di Lazio e Roma all’Olimpico. Tre settimane per ogni vasca il tempo stimato dagli esperti di Fluidra per lo smontaggio, che ovviamente sarà interrotto quando biancocelesti e giallorossi saranno in campo. Il materiale utilizzato per gli Europei non andrà perso. “Sarà riutilizzato per altre manifestazioni. L’obiettivo è recuperarne il 100%”, spiega Sinini, che da bresciano fa una dichiarazione d’amore a Roma dopo aver costruito piscine in mezzo mondo. “Abbiamo lavorato benissimo, la città ha tutto, anche il grande caldo”, scherza. “E’ una delle città più spettacolari per i grandi eventi. Non c’è paragone”.