Politica

Chi è Keir Starmer il laburista tranquillo?

Di Giuliano Longo

 

Kein Starmer, un avvocato per i diritti umani di una cittadina nel sud dell’Inghilterra, sta per diventare primo ministro del Regno Unito. La sua vittoria del 4 luglio è stata schiacciante. Eppure la Gran Bretagna sa a malapena chi è.

In politica da soli nove anni , da quando è stato incoronato leader del partito laburista nel 2020, ha guidato il suo partito dalla peggiore sconfitta elettorale dal secolo scorso d fino a diventare la forza dominante nella politica britannica.

Oltre a ciò, il suo successo — mentre i suoi alleati occidentali flirtano con il populismo — lo colloca immediatamente tra i leader di centro più in vista al mondo, forse a un posto solitario se in America dovesse vincere Trump.

Pochi pensavano che una tale trasformazione fosse possibile. I suoi nemici la chiamano fortuna: dicono che ha tratto beneficio dalla calamità dei Tory, e non hanno tutti i torti perché negli ultimi anni gli hanno spianato la strada con continui cambi di leader e politiche confuse.

A 61 anni, Starmer è figlio di un attrezzista, ua madre era un’infermiera affetta da una malattia debilitante. Eccelleva a scuola. Suonava il flauto e giocava al football e divenne avvocato 

Un socialista soft, e quando il leader laburista di sinistra Jeremy Corbyn cadde nel 2019, si candidò alla leadership del partito su una piattaforma sfacciatamente di sinistra, facendo 10 promesse per fare appello agli accoliti del suo predecessore. Una volta al potere, li scartò tutti, per fornire un’opposizione efficace espellendo dal partito i corbynisti e gli antisemiti (la moglie ha ascendenze ebraiche).

Starmer ora dice che il Covid, l’Ucraina e lo stato delle finanze pubbliche gli impediscono di procedere con la sua piattaforma originale (ovvero quella di sinistra), ma la verità è che voleva vincere le elezioni generali spostandosi al centro, che è poi l’ambizione di tutta la sinistra europea che però non vince.

Si vanta di aver letteralmente “capovolto” il partito nel corso dei 9 anni alla opposizione, esiliando Corbyn “il rosso” che comunque non ha mai ammesso di odiare (e si, perché in politica si odia…altro che fair play britannico).

Starmer non ama i comizi: è troppo cauto, troppo timido, e l’unica volta in cui si è esibito a un comizio, alla conferenza del partito laburista del 2023, un “compagno” gli ha lanciato addosso manciate di brillantini, mentre lo allontanavano dalla sala a viva forza.

L’opinione pubblica di Sua Maestà oggi ha paura della criminalità in aumento; dell’ uso di droga per strada, mentre le ragazze non escono nemmeno di giorno a causa delle molestie. C’è stato un aumento del 48% nell’affluenza alle mense dei poveri e migliaia di famiglie non possono permettersi di accendere il riscaldamento. Non ci sono risorse per gestire la crescente violenza domestica; attese di due anni per una diagnosi di autismo e allora ecco il salvatore, più moderato che socialista, che piace anche alle mamme.

Quando sono state indette le elezioni il 22 maggio, Starmer è andato al quartier generale del partito laburista per parlare allo staff che si alzato per salutarlo e applaudirlo, mentre lui è lì in piedi, mani in tasca, testa bassa, quai dimesso.

Fa una videochiamata al gabinetto ombra e dice loro che è arrivato il momento che aspettavano. Poi è torna a casa dalla sua famiglia nel nord di Londra (è sposato con un’impiegata del Servizio sanitario nazionale e hanno due figli, mai nominati pubblicamente) e mangia lasagne. Almeno questo è ciò che i media raccontano. A voler fare dei paragoni la sua è na figura la sua più simile a al tedesco socilademocratico Scholz che al socialista spagnolo Sanchez.

La campagna elettorale lui la concentra sugli elettori indecisi nelle circoscrizioni marginali. Si preoccupa del costo della vita, del National Health Service, dell’immigrazione e fa sapere che, tutto sommato, non gli interessano i seggi al Parlamento. E dice i Conservatori “arrivano al potere, si infiltrano a Westminster e poi si mettono al lavoro vero e proprio, facendosi a pezzi a vicenda. Mentre ciò accade, il paese viene trascurato”.

Starmer potrebbe essere un grande primo ministro laburista riformatore ( o riformista che dir si voglia) oppure potrebbe essere, come lo chiamano i suoi nemici frustrati, un Tory in rosso, che segue i piani di spesa dei Tory e si limita a giocare ai margini del campo e delle risorse potrebbe anche essere abbattuto rapidamente dall’economia malata del Regno Unito, ma sicuramente non da una faida interna al labour, dove lui non ha oppositori contrariamente alla fazioni Tories in permanente conflitto. Ma se fallisce non avrà certamente amici nel suo partito, è una legge della politica anglosassone.

Con 410 seggi ha la maggioranza assoluta, Blair ne conquistò 418, quindi può stare tranquillo anche se non è brillante ed estroverso come Tony, anzi per ora appare ambiguo, limitato e parco di entusiasmi. Tanfo che già qualcuno si chiede se abbia vinto solo per la conduzione moderata della sua campagna elettorale o per le sue reali convinzioni e strategie politiche.

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