Cronaca

Morti sul lavoro, indagini chiuse per la morte di Luana D’Orazio

La procura di Prato ha chiuso le indagini sulla morte di Luana D’Orazio, la 22enne madre di un bambino, morta stritolata in una macchinario della ditta tessile per la quale lavorava a Montemurlo (Prato). Gli indagati restano tre, come già emerso: Luana Coppini, titolare dell’azienda, il marito Daniele Faggi e il tecnico manutentore Mario Cusimano. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche. La giovane era stata trascinata per i capelli dallo strumento con cui operava durante un turno di lavoro. Le indagini delle forze dell’ordine e della magistratura sui suoi macchinari avevano già portato all’individuazione dei tre indagati per cui si ipotizza il reato di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche. In base a quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini, non ci sarebbero variazioni rispetto a quanto conosciuto finora rispetto alle persone indagate (le stesse tre) e alle accuse individuate nell’inchiesta. Secondo gli accertamenti tecnici effettuati dal consulente nominato dalla procura, l’ingegner Carlo Gini, l’orditoio per campionatura, che è il macchinario tessile al quale era addetta Luana D’Orazio e dentro cui la giovane operaia vi morì, aveva i dispositivi di sicurezza disattivati. Inoltre, sempre secondo le ricostruzioni peritali commissionate dalla procura, l’incidente sarebbe avvenuto mentre lo stesso macchinario viaggiava ad alta velocità, una fase in cui le saracinesche di protezione devono rimanere abbassate per motivi di sicurezza e, invece, non lo sarebbero state.

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