di Wladymiro Wysocki
Niente di nuovo sul fronte occidentale, il titolo del romanzo di Erich Maria Remarque,
romanzo della prima Guerra Mondiale che tranquillamente può essere calato nella guerra
quotidiana del lavoro.
Scomodo, con il dovuto rispetto, questo romanzo volutamente perché è di guerra che si
parla anche sul fronte del lavoro.
Una guerra quotidiana alla quale non si riesce a mettere fine.
Irrompe con violenza una tragica notizia del crollo in cantiere a Firenze di un supermercato con tre morti, tre feriti e due dispersi, dei quali mentre scrivo continuano le ricerche senza sosta.
Ancora una volta parliamo di vittime del lavoro, di lavoratori che muoiono per lavorare.
Si torna a parlare di dignità del lavoro, dignità dei lavoratori, condizioni sicure, formazione, addestramento, maggiori controlli, ispezioni.
Nel rimbalzo della tragica notizia, sui canali di comunicazione, tutti tornano a parlare con le solite riflessioni, che per carità vanno benissimo, ma dobbiamo dare seguito alle parole con fatti concreti.
Purtroppo le parole restano tali e ancora non si è fatto niente per evitare l’ennesima tragedia del lavoro, una tragedia che si poteva evitare.
Governo, istituzioni, politica, associazioni, sindacati e ogni “addetto ai lavori” hanno l’obbligo morale di dover intervenire con decisioni ferme e costituire un tavolo di lavoro tutti insieme per un piano nazionale di prevenzione.
In questo tema non può e non devono esserci separazioni ideologiche di partito ma tutti dobbiamo lavorare per il bene comune a tutela del lavoratore. Oggi la politica si sofferma nel come dover chiamare una donna, se architetta e non architetto, ingegnera e non ingegnere, ministra e non ministro, avvocata o avvocatessa e non avvocato, e potrei continuare all’infinito.
Le morti sul lavoro non fanno distinzione di sesso, non importa nulla, nei dati le morti sul lavoro sono uomini e donne e rientrano nel termine di morti.
Sono troppo crudo? Probabile, ma chi scrive ogni giorno si occupa di sicurezza sul lavoro e sento il dovere morale nel dover fare qualcosa, con ogni mezzo e con ogni forma. Preferisco essere duro perché l’incidente non lascia spazio a riflessioni delicate preoccupandosi di chi legge per evitare eventuali turbe psichiche.
L’incidente accade con violenza e prepotenza, ti stravolge la vita, te la prende ma non ti avverte.
Dobbiamo essere decisi e far capire bene cosa è un incidente mortale sul lavoro e quali sono le tragedie familiari di chi perde il proprio caro.
Sembra che sia sempre un problema di qualcun altro, un qualcosa che non ci tocchi mai, una cosa lontana.
Aspettiamo sempre una grande tragedia per farne notizia di cronaca, ricordiamo Brandizzo, forse l’ultimo grande evento sul lavoro, ma ogni giorno sul fronte lavoro si vive un dramma dove si muore.
Perché accade questo? Perché si continua a morire sul lavoro e a causa del lavoro?
Formazione carente, inadeguata o inesistente sono spesso le cause, addirittura è di pochi giorni fa una notizia di indagini nel Friuli dove sono emerse false attestazioni di formazione.
Nel quotidiano “Il Manifesto” del 10.02.2024, si riporta la denuncia nel sud per la carenza di nomine e formazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) aziendale.
Una sottolineatura per evidenziare come una figura di estrema importanza dell’organigramma della sicurezza aziendale sia mancante in certi contesti, e pertanto ne va a risentire la prevenzione poiché è un lavoratore eletto dai lavoratori che partecipa nella valutazione dei rischi.
Ricordiamo che fu istituita tale figura nello statuto dei lavoratori, legge n. 300 del 1970. Purtroppo fin quando non toccheremo la sensibilità dei datori di lavoro, oltre che di ogni singolo lavoratore, dell’importanza della valutazione dei rischi, della formazione in ogni suo aspetto non arriveremo mai ad incidenti pari a zero.
La sicurezza sul lavoro deve essere una materia di scuola, deve essere parte integrante del percorso di studi già in tenera età. Dalla scuola si cominciano a formare i futuri lavoratori, i futuri datori di lavori ed è dalla
scuola che si imposta la mentalità alla cultura della sicurezza. Lavorare in sicurezza è lavorare con le dovute precauzioni cominciando con la formazione, uso di attrezzature idonee, di DPI idonei e specifici (Dispositivi di Protezione Individuale), lavorare con procedure definite prima di cominciare un lavoro e istruzioni impartite a tutti i lavoratori.
Tutti devono sapere cosa fare e come farlo, in sicurezza.
Spesso l’urgenza nel terminare i lavori, l’abbattimento dei costi su ogni forma di sicurezza come se fosse una perdita di tempo, una tassa da ottemperare, o come causa di rallentamento, non aiutano certamente la lotta alla prevenzione.
Lavoratori e aziende improvvisate anche a causa di una troppa facilità con cui oggi si concedono parte iva e iscrizioni alla camera di commercio senza accertarsi dei requisiti professionali o senza la necessità di alcuna specifica competenza. Lo abbiamo visto con il 110% dei bonus edilizi, maestranze totalmente improvvisate con una qualità scadente e con un prezzo alto in termini di infortuni.
E’ necessario imporre delle regole ben definite di requisiti obbligatori da presentare in termini di sicurezza per partecipare a bandi pubblici e per poter avere l’idoneità alle attività che non sia solamente sul profilo economico quale il DURC, oltre a quelli previsi dal D. Lgs. 81/08 e s.m.i. per i lavori privati.
Da ultimo, e non per importanza, il codice degli appalti ha sbloccato il subappalto creando difficoltà negli accertamenti dei controlli e le autorizzazioni nei cantieri, creando grandi difficoltà anche ai tecnici che si trovano a rincorrere maestranze e imprese per le dovute verifiche.
Stiamo sicuramente in una emergenza nazionale dove oltre non è pensabile andare, non si può pensare che questo sia la normalità. Morire per lavorare non è ammissibile. Fin quando anche solo una persona perderà la vita sul lavoro o sarà oggetto di grave infortunio vuol dire che non abbiamo ancora fatto a sufficienza.
Basta dolore e lacrime a causa del lavoro.
*Esperto di sicurezza sul lavoro
aggiornamento tragedia di Firenze ore 18.56