Esteri

NYT, Rafael Grossi dell’AIEA messaggero fra Washington e Mosca? 

di Giuliano Longo

Rafael Grossiha assunto la direzionedell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) cinque anni fa in un momento ora molto più difficile. Con le paure atomiche ovunque, l’ispettore si sta avvicinando appare come un diplomatico e mediatore.Lo scrive il New York Times. 

Qualche settimana fa è arrivato a Mosca per incontrare Vladimir Putinin qualità .direttore generale dell’Agenzia, l’organo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, allo  scopo di mettere in guardia il presidente russo  dai pericoli di un riavvio troppo rapido della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle sue truppe dal 2022, ma certamente non ha ignorato le posizioni del Presidente disponibile a una pace solo con la cessione del 20% del territorio ucraino. .

Poche settimane dopo, l’argentino Grossi  era a Teheran,a colloquio con il ministro degli Esteri del Paese e con il responsabile del programma nucleare civile, avvertito  chenuovi scontri con Israele, potrebbe portare a costruire una bomba, forse in poche settimane. 

Mr. Grossi si trova improvvisamente al centro di due delle più critiche situazioni di stallo geopolitico del mondo con un reattore nucleare sulla line a di fuoco sul fiume Dnipro che potrebbe essere colpito dall’artiglieria e sprigionare radiazioni. E l’Iran è sulla soglia di diventare uno Stato dotato di armi nucleari.

Dopo 40 anni di carriera diplomatica incentrata sulla  non proliferazione, è stato eletto direttore generale dell’Agenzia con una maggioranza risicata alla  morte improvvisa del suo predecessore, Yukiya Amano. Ben prima  che la più grande centrale nucleare europea sarebbe stata in prima linea in una guerra”.

E’ il più attivista tra i leader dell’AIEA. da quando l’agenzia è stata creata nel 1957, come conseguenza del programma “Atomi per la pace” del Presidente Eisenhowerper diffondere la produzione di energia nucleare in tutto il mondo.

Ha trascorso la maggior parte degli ultimi quattro anni e mezzo in giro per il mondo, incontrando presidenti e ministri degli Esteri, facendo pressione per ottenere un maggiore accesso a siti nucleari e affermando l’autorità dell’organizzazione che tradizionalmente ha avuto poco potere di imporre il rispetto delle regole, scrive il NYT.

L’AIEA è stata creata per mantenere sicure le centrali nucleari e impedire che il loro combustibile e le loro scorie vengano trasportati per la fabbricazione di armi nucleari. Gli ispettori dell’Agenzia non cercano o contano le armi stesse, ma forse sotto sotto lo fanno.

Grossi, nato nel 1961, ha un tipo  di lavoro che tradizionalmente comporta lunghe riunioni in b sale conferenze, attente misurazioni all’interno degli impianti nucleari e l’installazione di telecamere antimanomissione in strutture chiave per garantire che il materiale nucleare non venga dirottato verso progetti di bombe.

Un mese dopo la prima visita all’impianto ucraino occupato, Grossi si è recato a San Pietroburgo per incontrare direttamente  Putin, con l’intenzione di chiarire che se i continui bombardamenti avessero messo fuori uso i sistemi di raffreddamento o altre strutture chiave, Zaporizhzhia sarebbe stata ricordata come una Chernobyl innescata dai russi.

Secondo il funzionario AIEA avrebbe detto al presidente russo di non aver bisogno di un cessate il fuoco completo nella regione, ma  di un accordo sul fatto che le truppe di Putin non avrebbero sparato sull’impianto, cosa in vece che gli ucraini hanno fatto.

Il Presidente russo sapeva quanti reattori c’erano e  dove si trovavano gli alimentatori di riserva poiché per lui quello di Zaporizhzhia non è solo un trofeo di guerra, ma parte di un suo piano per esercitare il controllo sull’Ucraina.

 Grossi ha incontrato nuovamente Putin all’inizio della primavera, che gli ha esposto una serie di progetti  per riavviare l’impianto nella regione che Mosca  sostiene di aver annesso. La  conversazione si è spostata sulla possibilità di trovare una soluzione negoziata alla guerra che Vladimir sapeva  sarebbe stata riferita  a Washington. “Credo sia estremamente deplorevole”, ha detto Grossi qualche giorno dopo, “che io sia l’unico a parlare sia con la Russia che con gli Stati Uniti”.

Invece quanto riguarda Teheran due anni fa, il consiglio dell’AIEA aveva approvato una risoluzione checondannava il governo di Teheranper non aver risposto alle domande dell’agenzia sulle sue  sospette attività nucleari.

Da allora il Parlamento iraniano ha approvato una legge che vieta alcune forme di cooperazione con gli ispettori dell’Agenzia, mentre  il Paese sta arricchendo costantemente l’uranio fino a raggiungere una purezza del 60%, vicina a quella necessaria per produrre una bomba.

 

A Grossi è stato anche impedito di visitare un nuovo e vasto impianto di centrifughe che l’Iran sta costruendo a Natanz,a più di 1.200 piedi sotto la superficie del deserto. Teheran afferma che sta cercando di garantire che il nuovo impianto non possa essere bombardato da Israele o dagli Stati Uniti e insiste sul fatto che, fino a quando non metterà materiale nucleare nell’impianto, l’AIEA non avrà il diritto di ispezionarlo.

La scorsa settimana, Grossi si è recato ancora  a Teheran per affrontare tutti questi temi con il ministro degli Esteri, Hossein Amir Abdollahian,e con il capo dell’agenzia iraniana per l’energia atomica, propri appena  dopo lo scambio di attacchi missilistici diretti fra Iran e Israele.

Per l’occasione si  è discusso di ciò che sarebbe necessario per rilanciare l’accordo nucleare del 2015 che l’Iran ha firmato con l’amministrazione Obama, anche se i funzionari dell’amministrazione Biden affermano che la situazione è ora cambiata così drammaticamente che sarebbe necessario un accordo completamente nuovo.

Questo il sunto dell’artico dell’autorevole quotidiano statunitense sempre, più o meno, ispirato dal “Deep State” dell’America che conta davvero (forse più dei Presidenti). Un articolo/sergnale che lascia intravedere come u canali di comunicazione fra Stati Uniti e Russia continuino a funzionare al di là dei fumi della propaganda bellica. E, guarda caso, proprio i un settore chiave per la sopravvivenza della Umanità, quello nucleare.

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