Politica

Riforme, verso il primo confronto Governo-Opposizioni, ma le  distanze sono siderali

 

Governo e maggioranza verso il confronto sulle riforme. Questo martedì sarà il giorno cruciale per vedere se si potrà procedere in maniera condivisa o se il centrodestra farà da solo. Alla luce di quanto dichiarato dai leader del centrosinistra, Schlein in testa, sembra improbabile trovare l’intesa, viste le distanze siderali, tra le parti.Tra i nodi, l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio. La premier, la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati e un’ampia delegazione dell’esecutivo vedranno a Montecitorio i gruppi parlamentari di minoranza, in una serie di bilaterali che serviranno per capire il margine di disponibilità al dialogo dei diversi partiti sia sul contenuto delle riforme, sia sul percorso da seguire. Da quanto trapela, Meloni e Casellati cercheranno di aprire un percorso, provando a coinvolgere le opposizioni. Ma il governo, in caso di veto dei partiti di minoranza, sarebbe pronto ad andare avanti da solo. A spiegarlo è stato il vicepremier Antonio Tajani. Le riforme saranno condivise, ma se le opposizioni si tirano indietro il governo “andrà avanti lo stesso”, ha avvertito. Il rischio è che si arrivi a un referendum, come Berlusconi nel 2005 e Renzi nel 2016. Va detto poi che tutte le forze d’opposizione hanno accettato l’invito partito da Palazzo Chigi, ma sul merito le premesse non sono delle migliori: il no al presidenzialismo è pressoché corale. Spiragli, invece, si ravvisano sull’ipotesi di una sorta di premierato alla tedesca, ovvero affidare al presidente del Consiglio più poteri. Su questa linea, ad esempio, si posiziona Carlo Calenda: “Siamo favorevoli a rafforzare i poteri del premier, assolutamente favorevoli al monocameralismo e troviamo che ci sia la necessità di rivedere il federalismo”. Favorevole all’elezione diretta del premier è poi Italia viva: da tempo Matteo Renzi caldeggia una riforma sul solco del ‘sindaco d’Italia’, ovvero un sistema di elezione diretta con doppio turno e superamento del bicameralismo. “Se introduciamo un premierato, un capo del governo eletto dai cittadini, stravolgiamo le funzioni del Capo dello Stato: sarebbe una figura che va a tagliare i nastri alle cerimonie, niente di più”, ha invece sostenuto il leader del M5s, Giuseppe Conte.

aggiornamento Riforme ore 10.15

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