Politica

Urbanistica a Milano, affondo di Desideri (PPI): “Dal rito ‘Ambrosiano, al rito penale? Sarà questo l’epilogo della colata di cemento che ha invaso la città…?

“Forse è giunto il momento di riflettere, domandandosi e tentando di  capire  – mentre la Magistratura svolge le attività che gli competono –  quali  siano  le responsabilità, ed eventualmente di quale ambito sociale, se ve ne sono, dell’ondata speculativa che ha colpito la città di Milano, arricchendo i proprietari di grandi patrimoni immobiliari e i fondi internazionali che hanno investito fortemente nel “mattone meneghino, a scapito dei semplici cittadini. E’ quanto dichiara in una nota, Fabio Desideri, Segretario di Pensiero Popolare Italiano (nella foto) che continua nella sua battaglia finalizzata a conoscere nel dettaglio le ultime vicende urbanistiche che hanno decisamente sconvolto le prospettive del Capoluogo lombardo. Per Desideri “bisognerebbe avere la possibilità di fare delle domande – cosa che faremo in queste righe– ai parlamentari: Aldo MATTIA (Fratelli d’Italia), Gianpiero ZINZI (Lega), Piergiorgio CORTELAZZO (Forza Italia) e Martina SEMENZATO (Noi Moderati), tutti   presentatori  del   Disegno   di   Legge,  il cui titolo completo è: “ Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana”, più noto alle cronache come: il “Salva Milano”, approvato in prima lettura alla Camera dei Deputati, lo scorso novembre 2024, con i voti favorevoli dei partiti facenti parte della maggioranza che sostiene il Governo Meloni, oltreché dal Partito Democratico, da Azione, di Calenda, e da Italia Viva di Renzi. Votarono contrario, in quella occasione, il Movimento 5 Stelle di Conte e Alleanza Verdi-Sinistra di Bonelli e Fratoianni.

Le semplici domande che vorremmo rivolgere, continua Desideri, ai Deputati, MATTIA (FdI) – ZINZI (Lega) – CORTELLAZZO (FI) – SEMENZATO (Noi Moderati) presentatori del “Salva Milano”, oltreché ai deputati che hanno votato favorevolmente il Disegno  di Legge  depositato  dai  sopra  citati  Parlamentari, sono le seguenti: ”…nel momento in cui avete redatto e depositato il Disegno di Legge, conoscevate le norme che disciplinano in Italia, e quindi anche a Milano,  l’attività urbanistico-edilizia nel territorio? Conoscevate, al momento del dibattito nell’Aula della Camera dei Deputati, la sentenza del Consiglio di Stato, Sezione II^, numero: 9415 del 2. Novembre. 2023?  Eravate consapevoli che il testo depositato avrebbe consentito di edificare, ed in alcuni casi regolarizzare,  progetti di costruzione di edifici, a volte alti più di 80 metri, edificati, o edificabili, nei luoghi demolendo corpi di fabbrica esistenti, e ricostruendo con modifiche del sedime di fondazione, dei prospetti e dei fili fissi dei nuovi edifici, potendo altresì derogare dal reperimento nei luoghi degli standard urbanistici, utilizzando – in maniera probabilmente estensiva – la possibilità della monetizzazione degli standard urbanistici, attraverso una probabile interpretazione forse estrosa, delle norme edilizio-urbanistiche vigenti? Eravate consci che queste scelte avrebbe potuto originare il dubbio di creare la situazione giuridica tramite la quale trasporre, nella norma di cui al Disegno di Legge presentato, le condizioni urbanistiche note con l’epiteto <<rito ambrosiano>> le quali, di fatto, probabilmente, potrebbero superare le prescrizioni vincolanti stabilite dalle norme vigenti in materia?”.

In attesa che qualcuno dei parlamentari indicati ci dia una risposta, conclude il Segretario di Pensiero Popolare Italiano,  anche a noi semplici cittadini, ci chiediamo:”…che significato dovremmo attribuire alla scelta  dell’’Amministrazione di Milano, guidata dal sindaco Beppe Sala, la quale ha annunciato che non sosterrà più l’iter di approvazione del “Salva Milano”, adottando altresì una serie di misure per rafforzare la trasparenza nel settore urbanistico?  Dovremmo forse essere indotti a pensare che un’amministrazione cittadina all’avanguardia, come quella meneghina, non aveva valutato – prima di sostenerlo – gli effetti che il decreto, noto con il nome << Salva Milano>>, avrebbe potuto originare nel territorio del capoluogo lombardo?”.

Anche per le domande sopra riportate, in attesa che il Sindaco di Milano, Beppe SALA, ci dia una spiegazione che ci aiuti a capire, restiamo in attesa di ricevere un riscontro.

“Aspettando gli sviluppi delle indagini della Magistratura, alla quale va la nostra completa fiducia – ha concluso Desideri,  –  in relazione ai progetti, ed alle autorizzazioni, tramite le quali a Milano si sono costruiti edifici di grandi dimensioni, utilizzando procedure edilizio-urbanistiche normalmente adoperate per le ristrutturazioni di corpi di fabbrica di minor consistenza, attendiamo la prima udienza del prossimo 11 aprile, presso il Tribunale di Milano per seguire i vari sviluppi”.

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